Il glioblastoma negli anziani

da | Feb 28, 2023 | Blog&News, Informazione scientifica

Il glioblastoma rappresenta, ancora oggi, una delle maggiori sfide in neuro-oncologia. La ricerca su questa patologia procede molto intensamente, per cercare di comprendere sempre meglio i meccanismi molecolari alla base della malattia e sviluppare terapie mirate. Infatti, nonostante i tanti progressi, la prognosi resta ancora infausta. 

I glioblastomi vengono diagnosticati in tutte le fasce d’età, tuttavia l’età media alla diagnosi è di circa 64 anni. Nei pazienti di età pari o superiore a 65 anni, il glioblastoma rappresenta la stragrande maggioranza di tutti i gliomi ed è molto più frequente di altre forme di questo tipo di tumori. Il tasso di incidenza risulta ancora più elevato nei pazienti di età compresa tra i 75 e gli 84 anni.

Quindi, una percentuale significativa di pazienti è in età avanzata quando viene diagnosticato il tumore.

Glioblastoma negli anziani: quali differenze?

A livello molecolare, non sono state riscontrate differenze sostanziali nei glioblastomi tra i pazienti giovani e anziani ad eccezione della frequenza delle mutazioni nell’isocitrato deidrogenasi (IDH), un enzima implicato nei processi energetici delle cellule. Le mutazioni del gene IDH si verificano in circa il 5% di tutti i glioblastomi e sono associati a una prognosi migliore. Purtroppo, è stato riscontrato che queste mutazioni sono molto rare, se non assenti, nei pazienti più anziani. 

I dati pubblicati nel Registro centrale dei tumori cerebrali degli Stati Uniti (CBTRUS) indicano che il tasso di sopravvivenza per i pazienti con glioblastoma di età compresa tra 65 e 74 anni è del 28,7%, mentre per i pazienti di età pari o superiore a 75 anni è solo del 12,1%. Percentuali che tendono a diminuire ancora a 5 anni dall’insorgenza della malattia.

Perché il glioblastoma è più frequente negli anziani?

È ancora poco chiaro perché questo tipo di tumore diventi più frequente negli anziani. Un fattore discriminante potrebbe essere la presenza di un sistema immunitario meno efficiente nelle persone più avanti con l’età. Tuttavia, sappiamo che nella maggior parte dei Paesi del mondo, l’aspettativa di vita è in continuo aumento. Di conseguenza, si deve presumere che il numero di pazienti anziani affetti da glioblastoma aumenterà ancora nei prossimi anni e decenni. 

Questo scenario rende sempre più notevole il bisogno di sviluppare migliori strategie terapeutiche per i pazienti anziani affetti da glioblastoma. 

Come viene gestito il glioblastoma negli anziani?

Le opzioni di trattamento dei pazienti più anziani affetti da glioblastoma sono simili a quelle dei pazienti più giovani e comprendono resezione chirurgica, radioterapia e chemioterapia alchilante. La  maggiore differenza tra i due tipi di pazienti si trova nella presenza di comorbidità, cioè di altre malattie concomitanti al glioblastoma, che sono tipiche dell’età più avanzata e possono avere un impatto maggiore sul trattamento e sulla decisioni cliniche. Per questo, la maggior parte dei pazienti anziani con glioblastoma ha meno probabilità di ricevere  la chemioradioterapia standard, perché approcci combinati aggressivi sono associati a minori benefici in termini di sopravvivenza e a maggiore tossicità.

Per i pazienti anziani che presentano la metilazione del promotore del gene O6-metilguanina-DNA metil-transferasi (MGMT), un gene chiave che codifica per una proteina che ripara il DNA, la terapia con l’agente alchilante temozolomide è emersa come un’opzione terapeutica efficace, associata a un beneficio in termini di sopravvivenza

Perché è difficile studiare il glioblastoma nei pazienti più anziani?

Al momento, solo pochi studi clinici sono stati specificamente progettati ed eseguiti per studiare nuovi trattamenti nella popolazione di pazienti più anziani. Le maggiori difficoltà di studiare i pazienti più avanti con l’età sono rappresentate dalla loro maggiore fragilità e dalla presenza di altre patologie concomitanti, che possono essere non compatibili con le procedure degli studi. Inoltre, ci sono spesso preoccupazioni riguardo a una potenziale compromissione della qualità della vita a causa degli effetti collaterali dei farmaci in studio o di altre procedure associate. La mancanza di dati specifici per la popolazione anziana può rendere più complicata anche l’azione dei medici, che hanno a disposizione poche evidenze scientifiche per prendere decisioni sulla gestione dei pazienti più anziani.

Fonte:
1. Roth P, Gramatzki D, Weller M. Management of Elderly Patients with Glioblastoma. Curr Neurol Neurosci Rep. 2017 Apr;17(4):35. 
2. Minniti G, Lombardi G, Paolini S. Glioblastoma in Elderly Patients: Current Management and Future Perspectives. Cancers (Basel). 2019 Mar 8;11(3):336.