Una nuova speranza nella battaglia contro il glioblastoma: studio di fase 1 mostra promettenti risultati con la proteina ricombinante hrBMP4

da | Dic 1, 2023 | Blog&News

Una proteina ricombinante umana, hrBMP4, potrebbe rivoluzionare l’approccio terapeutico contro il glioblastoma multiforme (GBM), il tumore cerebrale più comune e aggressivo. Contro il GBM, che conta circa 40.000 nuovi casi ogni anno in tutto il mondo, con un’aspettativa di vita ancora bassa, non sono stati sviluppati nuovi approcci terapeutici negli ultimi 40 anni e, per questo, il nuovo studio potrebbe rappresentare una nuova speranza per i pazienti.

Che cos’è la proteina hrBMP4

Le proteine morfogenetiche ossee (BMP) svolgono un ruolo fondamentale nello sviluppo delle cellule neurali del cervello e sono considerate bersagli in oncologia poiché inducono le cellule a differenziarsi. Un fenomeno simile avviene anche in presenza di tumori come il glioblastoma, in cui le proteine BMP riducono il numero di cellule staminali del tumore, che rappresentano la fonte di nuove cellule cancerose. In particolare, la proteina ricombinante hrBMP4 agisce sulle cellule staminali tumorali del cervello ed è ora al centro di questo nuovo promettente approccio terapeutico. Si tratta di una terapia chiamata di “pro-differenziamento”, in quanto mira a rendere le cellule staminali del cancro incapaci di moltiplicarsi e di sostenere la crescita tumorale. In sostanza, la finalità non consiste più nell’eliminare tutte le cellule tumorali, bensì concentrarsi specificamente sulle cellule staminali cancerogene, le quali rappresentano il principale motore dell’espansione del tumore. In aggiunta, anziché mirare alla loro eliminazione, come avviene con le terapie convenzionali, l’approccio prevede di intervenire su tali cellule per indurle a maturare e differenziarsi, impedendo loro di proliferare e sostenere la crescita neoplastica.

Lo studio

Questo nuovo studio clinico di fase 1, multicentrico internazionale, è stato pubblicato sulla rivista oncologica Molecular Cancer ed è stato finanziato da StemGen SpA, una azienda biotech italiana nata all’interno dell’Università di Milano-Bicocca e coordinato dal Prof. Angelo Vescovi, professore associato presso il Dipartimento di Biotecnologie e Bioscienze della Bicocca.

La ricerca, che ha valutato la somministrazione intra- e peritumorale di hrBMP4 tramite la tecnica del convection enhanced delivery (CED) in pazienti con glioblastoma ricorrente, ha dimostrato risultati promettenti. Si tratta di una metodologia che genera un gradiente di pressione sulla punta di un catetere per infusione, per somministrare sostanze terapeutiche direttamente attraverso gli spazi interstiziali del sistema nervoso centrale, che consente la somministrazione oltre la barriera ematoencefalica in modo mirato e sicuro.

Nello studio, durato oltre 3 anni, quindici pazienti con glioblastoma recidivante hanno ricevuto dosi crescenti di hrBMP4, tra 0,5 a 18 mg, per un periodo lungo da quattro a sei giorni. Gli obiettivi principali erano determinare la sicurezza, la tossicità e la dose massima tollerata di hrBMP4.

Risultati e prospettive future

I risultati ottenuti dallo studio hanno indicato che l’infusione della proteina hrBMP4 è stata sicura e ben tollerata nei pazienti, senza presentare tossicità rilevanti. Tre pazienti hanno mostrato un aumento temporaneo dei livelli di hrBMP4 nel siero, normalizzatosi entro 4 settimane senza segni di tossicità. Inoltre, il 20% dei pazienti ha risposto alla terapia. In particolare, un paziente ha mostrato una risposta parziale, mentre due hanno ottenuto una risposta tumorale completa, in cui la lesione è scomparsa del tutto, e mantenuta a lungo termine. Nei pazienti che non hanno risposto al trattamento, la recidiva del tumore si è manifestata quasi solo nelle aree cerebrali in cui non è stata somministrata hrBMP4. Questo approccio ha, quindi, superato la fase 1 dimostrando sicurezza e tollerabilità in pazienti affetti da glioblastoma recidivante.

Per il futuro, la fase 2 dello studio coinvolgerà alcuni dei più grandi centri nordamericani ed europei e più di 250 pazienti e, se saranno replicati i risultati della fase 1, hrBMP4 potrebbe ottenere lo status di farmaco orfano, riconosciuto sia dall’Agenzia Europea per i Medicinali (EMA) che dalla Food and Drug Administration americana (FDA).

In conclusione, una nuova speranza sta emergendo nella lotta contro il glioblastoma e hrBMP4 potrebbe essere la chiave per cambiare il corso di questa malattia devastante.

Fonte:

  1. Bos, E.M., Binda, E., Verploegh, I.S. et al. Local delivery of hrBMP4 as an anticancer therapy in patients with recurrent glioblastoma: a first-in-human phase 1 dose escalation trial. Mol Cancer 22, 129 (2023).