Glioblastoma: le terapie di supporto

da | Giu 15, 2023 | Blog&News, Informazione scientifica

Grazie agli importanti progressi nella ricerca, sono disponibili sempre più approcci terapeutici per il glioblastoma, che comprendono chirurgia, radioterapia, terapia sistemica (chemioterapia, terapia mirata) e cure di supporto. Tuttavia, a causa della complessità di questa patologia, la prognosi complessiva rimane infausta e la sopravvivenza a lungo termine è rara. La nuova era dell’oncologia di precisione e dell’immunoterapia promette, però, molto bene nello sviluppo di terapie più efficaci e tollerabili per combattere questa malattia così aggressiva.

L’importanza della gestione delle complicanze nel glioblastoma 

Da considerare, nella cura del glioblastoma, è che questa patologia è accompagnata anche da una serie di complicanze legate alla malattia di base e al trattamento. Il riconoscimento e la gestione di questi sintomi risulta, quindi, essenziali per ottimizzare la qualità della vita dei pazienti.

In particolare, i pazienti con glioblastoma sperimentano frequentemente sintomi neurologici significativi e progressivi durante il loro decorso della malattia, sia a causa del tumore primario stesso sia a causa delle tossicità di alcune terapie. Ciò interferisce con le attività quotidiane e le normali occupazioni della vita, ad esempio con l’incapacità di lavorare; di conseguenza, i pazienti hanno spesso bisogno di maggiori livelli di supporto infermieristico e sociale. Inoltre, questi problemi possono diventare più pronunciati e importanti durante la fase di fine vita. 

Per questi motivi, le cure di supporto rimangono di fondamentale importanza nell’approccio multimodale alla gestione del glioblastoma. Infatti, la gestione efficace dei sintomi, l’attenzione al miglioramento della qualità della vita e nuovi approcci di trattamento terapeutico possono offrire rinnovata speranza ai pazienti con glioblastoma e alle loro famiglie.

Le terapie di supporto per il glioblastoma 

Tra le complicanze più frequenti del glioblastoma ci sono le convulsioni, che possono verificarsi nell’80% dei pazienti durante il decorso della malattia e molti richiedono una terapia antiepilettica a lungo termine. Generalmente, si cerca di utilizzare la dose di farmaco più bassa possibile per il controllo delle crisi epilettiche, per evitare ulteriori effetti collaterali e ridurre al minimo le interazioni con gli altri farmaci.

Un altro tipo di farmaci utilizzati per il controllo delle complicanze del glioblastoma sono i corticosteroidi. Questi sono frequentemente usati per ridurre l’edema intorno al tumore e, di conseguenza, diminuirne i sintomi. Anche in questo caso, per evitare gli effetti collaterali dell’uso a lungo termine dei corticosteroidi, si preferisce l’uso di dosi basse per il minor tempo possibile. 

Il glioblastoma, così come altri gliomi, causa un elevato rischio di tromboembolia venosa (TEV), che si verifica fin nel 20% dei pazienti. Diversi fattori contribuiscono a questo aumento del rischio, tra cui una maggiore attivazione dei fattori della coagulazione e della trombina, la necessità di procedure neurochirurgiche e la possibile riduzione della mobilità degli arti. Per controllare questo rischio, generalmente è prevista una profilassi con eparina a basso peso molecolare, per prevenire la TEV. Questo trattamento avviene prima e dopo eventuali interventi chirurgici e in modo permanente se non ci sono controindicazioni per il singolo paziente.

La linfopenia, termine medico utilizzato per indicare una riduzione dei linfociti nel sangue periferico,  si verifica in seguito all’assunzione di alcuni farmaci per la terapia del glioblastoma, come ad esempio alcuni chemioterapici e la radioterapia, che possono esercitare una certa tossicità verso queste cellule. Di conseguenza, in particolare durante la chemio-radioterapia concomitante nel glioblastoma di nuova diagnosi, i pazienti sono a rischio di infezioni opportunistiche, come la polmonite, poiché il sistema immunitario risulta debilitato. Per questo, è raccomandata una profilassi antibiotica per la prevenzione della polmonite. 

Infine, seppur si tratti di un tema molto delicato, è importante anche il coinvolgimento, non appena necessario, dei servizi di cure palliative, in quanto migliorano la consapevolezza dei complessi bisogni assistenziali dei pazienti con glioblastoma e dei loro caregiver. La gestione dei sintomi, come affaticamento, disturbi dell’umore e del comportamento, disturbi cognitivi e la pianificazione avanzata delle cure sono tutti componenti cruciali per migliorare la qualità della vita e ridurre il carico dei sintomi sui pazienti. 

In conclusione, il trattamento del glioblastoma deve essere combinato con le migliori cure di supporto e palliative, non solo per migliorare i risultati di sopravvivenza, ma anche per migliorare la qualità della vita sia dei pazienti che dei propri cari e caregiver.

Fonti:
Tan AC, Ashley DM, López GY, Malinzak M, Friedman HS, Khasraw M. Management of glioblastoma: State of the art and future directions. CA Cancer J Clin. 2020 Jul;70(4):299-312. 

Davis ME. Glioblastoma: Overview of Disease and Treatment. Clin J Oncol Nurs. 2016 Oct 1;20(5 Suppl):S2-8.